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Alfredo Alberico: “ Credere di più nei giovani”.

Il giornalista e vicecoordinatore di skysport.it
Alfredo Alberico

Alfredo Alberico, giornalista sportivo e vicecoordinatore di Skysport.it,  da me intervistato, ha risposto gentilmente ai  quesiti, che riporto di seguito.

  • Qual è, secondo Lei, il livello qualitativo del giornalismo in Molise?

Manca un ricambio generazionale.
Credo, si stia vivendo ancora una fase di stallo, di stagnazione, in cui non c’è stata un evoluzione delle figure professionali in questa regione.
Non c’è stata nemmeno una regolamentazione attenta, da parte della professione giornalistica, infatti, penso che tanti ragazzi, come me, sono stati costretti ad andare via, perchè qui, come diremmo noi, è difficile campare facendo questo mestiere.
C’è gente senza contratto oppure sottopagata, collaborazioni vere o fittizie.
Questo, è un problema che non riguarda solo il Molise, questo sia chiaro,  ma in un territorio piccolo come il nostro è una problematica che diventa ancora più importante.
Serve attenzione, da parte di tutto l’apparato che displina questo settore, affinchè ci sia maggior controllo e tutela verso i giornalisti.
Tanti colleghi della mia età, sono stati costretti a cambiare mestiere, che facevano con grande passione e speranza, questa speranza è stata tradita dalla disattenzione che c’è nel giornalismo molisano.
Sono convinto, che iniziative come la scuola di giornalismo di Roberto Colella, rappresenti una chance, quella che a molti è stata tolta; un modo per assondare il campo e vedere se c’è interesse, da parte dei giovani, a svolgere questa professione, non soltanto nell’ambito sportivo, ma in tanti altri.
Credo che sia stato un esperimento, fino a questo momento, riuscitissimo.

  • Come è cambiato il giornalismo nell’era di internet?

E’ cambiato tantissimo, proprio perchè c’è il web oggi.
E’ stato modificato il linguaggio e cambiato l’approccio dell’informazione, infatti, oggi internet influenza ciascun settore della comunicazione, che sia la carta stampata o la tv e la radio o la rete, nel senso che la rete continua a condizionare se stessa.
A questo proposito, mi vengono in mente componenti o derivazioni del web, come whatsapp, telegram o messanger, che hanno mutato il linguaggio di questa lingua globale.
Come dicevamo prima, quando vediamo un giornalista in  tv che parla di calcio mercato, notiamo che il suo sguardo non è rivolto più verso la telecamera, ma bensì verso il telefonino, proprio perchè le chat sono diventate fonti per scambio d’informazioni o di annunci.
Dove andremo a finire non lo può sapere nessuno.
Ci sono tante idee e come sempre possono essere buone o sbagliate, ma nessuno ha una precisa visione di cosa possa succedere in futuro.
C’è chi ha pronosticato, addirittura, la fine dell’impiego del giornalista, sostituito da altre figure, ma al momento ci siamo e aspettiamo di vedere quelli che saranno i cambiamenti.
La tecnologia, sicuramente, ha un impatto fortissimo su questa professione.

  • Secondo lei, come qual è l’approccio delle nuove generazioni verso il giornalismo sportivo?

Intorno a questo ambito c’è tanta curiosità.
Lo sport attira sempre tantissimo e tutti.
Al giorno d’oggi, ci piombano addosso tantissime informazioni, più di ieri.
Le push notification (messaggistica istantanea), dei vari siti e le app, sono uno strumento di divulgazione fortissimo dell’informazione sportiva.
In un contesto, non sempre sereno che ha attraversato negli ultimi anni il nostro Paese, forse lo sport è stato un baluardo di serenità e divertimento.

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